Da prato a orto

Con il crescere della richiesta di buoni e sani ortaggi abbiamo dovuto adattarci e impegnarci al massimo per poter incrementare la nostra produzione sempre in un'ottica di rispetto ambientale evitando di intensificare le produzioni.
L'unica alternativa possibile era quella di incrementare la superficie orticola.
Fortunatamente i terreni di pertinenza sono sufficienti a sopportare questa espansione.

Dopo un mesetto di lavoro finalmente un nuovo orto di circa 300 mq si aggiunge agli orti già presenti.

Su questo terreno vergine troveranno spazio a breve le nostre cipolle (bianche, rosse, rosse di Tropea e scalogno). Il terreno sembra essere ideale per questi bulbi. Sassoso ma non eccessivamente, soffice e senza ristagni.

Una volta arato e fresato, abbiamo preparato le prose, concimato con stallatico naturale e coperto con i teli pacciamanti biodegradabili.

Ora siamo pronti per piantare!





Le piante dal parrucchiere

Siamo nel periodo dell'anno che l'agricoltore aspetta con maggior ansia. L'anno di produzione inizia sempre (più o meno ufficialmente) con il periodo delle potature.

Potare significa gestire la chioma della pianta da frutto in modo tale che possa mantenersi sana e giovane e possa produrre frutta buona e in giusta quantità.

Da una potatura oculata deriva il benessere della pianta stessa e una produzione continuata nel tempo.

Il nostro giovane frutteto e composto da ciliegi e peschi che sono ancora in fase giovanile e hanno bisogno di una spuntatina in modo che possano prendere una forma d'allevamento consona.

il nostro giovane pescheto pronto per la potatura
 Anche i piccoli frutti hanno bisogno una spuntata e, nel loro caso, le sforbiciate sono piuttosto vigorose. More e lamponi producono su rami dell'anno e tendono a far seccare rami più vecchi di 2 o 3 anni. e' necessario quindi "svecchiare" i ceppi lasciano unicamente monconi di rami giovani da cui dipartiranno i nuovi e vitali germogli.

pulizia dei ceppi di mora
Questo sarà il primo anno in cui (se tutto fila come dovrebbe) cominceremo a produrre pesche e anche qualche ciliegia. Mirtilli, lamponi e more sono invece coltivazioni ormai rodate in anni di esperienza e sono piante che non ci deludono mai in quanto a produzione.

Quest'anno pianteremo anche dei fichi per ampliare l'assortimento frutticolo e stiamo già pensando anche ad altri tipi di frutta "interessanti".

Naturalmente tutti i lavori vengono effettuati anche grazie all'aiuto dei ragazzi della comunità.

Concime naturale

Siamo pronti a lavorare le prose e sistemare le zone che andremo a coltivare.
La nostra filosofia e il nostro credo ci impongono l'uso di pratiche che si avvicinino sempre al ciclo naturale.
Per arricchire il terreno in sostanza organica e in elementi utili alla crescita dei nostri ortaggi ci avalliamo di una antica tecnica che rischiò la scomparsa a causa della distribuzione a pioggia di concimi di sintesi: è il sovescio.

Il sovescio, insieme alle rotazioni colturali e alla concimazione organica con letame, era la principale tecnica di fertilizzazione dell'agricoltura naturale.

Il sovescio consiste nell'interrare essenze seminate e appositamente coltivate. Il processo permette ad una consistente massa biologica viva di finire sotto terra in modo che la microfauna e flora terricola possano demolirla e trasformarla in sostanze utili alle nuove piantine.

Oltre a ciò l'interramento di materiale vegetale consente di ottimizzare la struttura del terreno rendendolo più soffice ma al tempo stesso in grado di trattenere umidità.

prose inerbite con sovescio misto

Non tutte le erbe sono indicate per fare un buon sovescio. Le più comuni sono le leguminose, le brassicacee e le chenopodiacee. Ogni famiglia ha un ruolo specifico.

Le leguminose (piselli, fagioli, lupino, ecc...): sono le uniche piante che possono fissare l'azoto atmosferico al terreno grazie alla simbiosi a livello radicale con batteri specifici. L'azoto è fondamentale per l'accrescimento delle piante e far sovescio con leguminose rende possibile una concimazione azotata e a lento rilascio per le coltivazioni successive.

Le brassicacee (cavoli, broccoli, cavolfiori, ecc...): sono piante estremamente utili per un buon sovescio poiché contengono moltissime sostanze repellenti e antibiotiche. E' utile lasciare in campo gli scarti derivati dalla raccolta. Foglie e ceppi possono tranquillamente essere interrati per garantire salubrità al terreno.

Le chenopodiacee (spinacio, coste, bietole, ecc...): sono piante particolari in quanto sono in grado di rilasciare nel terreno molti composti complessi e oligoelementi. Oltre a questo sono tra le essenze che producono maggiore biomassa per superficie e ciò consente un interramento di una buona riserva di sostanza organica. 

spinaci da sovescio pronti per essere interrati in serra